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Novena di Natale
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Terzo giorno |
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SIGNORA SI CHIUDE
Era la Vigilia di Natale e la commessa non vedeva l'ora di andarsene. Pensava in continuazione alla festa che l'attendeva appena finito il lavoro. Sentiva già i mormorii di ammirazione che l'avrebbero accompagnata mentre entrava vestita con l'abito da sera di velluto, con il cavaliere che la scortava... Quando arrivò l'ultima cliente.
Mancavano solo cinque minuti alla chiusura. «Non è possibile che venga proprio al mio banco» pensò. Finse di non sentire quando quella si schiarì la voce e disse piano: «Signorina, signorina quanto costano quelle calze?».
«Credo che sul cartellino ci sia scritto 6.000 lire» rispose brusca. «Non ne avete di meno care?». «Tremila e cinque» scattò guardando l'orologio. «Mi faccia vedere quelle meno care».
«Spiacente signora, stasera chiudiamo alle 18,30 perché, se non lo sa, oggi è la Vigilia di Natale».
Siccome non apriva bocca si decise a guardarla. Era pallida, aveva l'aria affaticata, le occhiaie profonde… non doveva avere neanche 30 anni.
«Ma i miei figli non hanno neanche un regalo» disse alla fine tutta d'un fiato. «Fino a stasera non avevo soldi». «Mi dispiace per lei signora» disse la commessa e se ne andò. Non giunse fino al fondo del banco. La donna non aveva detto una parola ma non le riuscì di fare un passo in più. Quando si voltò notò nei suoi occhi l'espressione più triste che avesse mai visto. Si ritrovò dietro al banco: «D'accordo, signora, ma faccia presto». Un sorriso le illuminò il volto, e si mise a correre dai calzini ai nastri poi ai giradischi portatili.
Alla commessa quei pochi minuti sembravano lunghi come l'eternità. Finalmente si decise per alcune paia di calze, per qualche nastro colorato, un giradischi portatile e due dischi di fiabe natalizie.
La commessa gettò gli acquisti in un sacchetto e le diede il resto delle 50.000 lire.
Ormai non c'era più nessuno. Andò di corsa negli spogliatoi e si infilò in fretta il vestito e corse fuori dal negozio incontro al suo «cavaliere» che l'attendeva in macchina, con il motore acceso.
Fu al terzo semaforo rosso che vide la donna del negozio: camminava in fretta tenendo stretto contro il suo esile corpo il pacco dei doni per i suoi figli. Il suo volto, che aveva perduto la patina di stanchezza, era ancora illuminato dal sorriso.
In quel breve istante qualcosa avvenne dentro di lei.
Non vide solo una donna: vide i suoi quattro bambini che, il mattino dopo, si sarebbero infilati felici le calze nuove, messi i nastri nei capelli e avrebbero ascoltato le favole natalizie sul giradischi nuovo.
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Per vivere diversamente
Sovente basta poco per fare felice chi ci sta accanto.
La commessa dei racconto che vi abbiamo proposto, quel poco lo fa anche ma volentieri.
Il Signore, che non trascura neppure il dono di un bicchiere d'acqua, non lascia senza risultato i nostri gesti di amore anche i più poveri di senso per noi.
Discutete insieme se è vero o meno il proverbio:
«Una cosa buona va sempre fatta anche a costo di essere mal fatta».
Personalmente; cosa vi impedisce di fare bene il bene che fate.
Natale è tempo di compere. Perché non aiutare i commessi dei negozi a fare bene quello che devono fare?
Provate ad allestire anche voi una rappresentazione dei primo Natale.
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Preghiamo
Oggi
la notte è luminosa
e il giorno risplendente.
Perché lui è il
bambino
che cambia il mondo.
Conoscete il suo nome?
Sul suo viso
danza il sorriso di Dio.
Egli c'è
e resta con noi
e la gioia degli uomini
diviene la gioia di Dio.
Egli c'è
e resta con noi
e la sofferenza degli uomini
diviene la sofferenza di Dio.
Egli si chiama
Emanuele,
Dio
con noi.
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Padre nostro che sei ......
Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita eterna.
Amen |
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