La Chiesa di san Francesco di Paola
La chiesa di S. Francesco di Paola ( detta anche chiesa “do santu Patri” ) si erge in direzione nord-sud con la facciata principale rivolta sul Corso Vittorio Emanuele, È ad unica navata con torre campanaria in posizione antero-laterale .
Attiguo alla chiesa, dal lato della torre campanaria, vi era un convento con orfanotrofio che attualmente è sede di una scuola privata. ( In seno al convento, verso la fine del 1700, fu istituito un orfanotrofio, denominato Regina Margherita, ad opera dei Principi Pignatelli Aragona Cortes e della cittadinanza; esso, fino ad una trentina di anni fa, ospitava delle orfanelle le quali venivano richieste da parenti di defunti in occasione dell'accompagnamento al cimitero, per precedere il corteo funebre o anche per la recitazione delle preghiere in suffragio dei morti il 2 novembre, all'interno del cimitero ).
La chiesa e il convento furono edificati nel 1738 ad opera della corporazione religiosa dei Padri Minimi di S. Francesco di Paola, ( tale comunità fondata nel 1626, secondo il Pirro, nel 1522 secondo Amico, ebbe la sua ubicazione nella zona ad est fuori le mura di cinta della città ), dopo che essi nel 1735 avevano abbandonato la chiesa di S. Maria della Grazia, ubicata fuori le mura di cinta ad est della città. (Secondo gli studiosi contemporanei di storia patria la ubicazione dell'antica chiesa di S. Maria della Grazia viene indicata nella zona di piazza Calvario e precisamente all'angolo che la stessa piazza forma con l'odierna via Apollodoro. Qui, infatti, esistono ancora dei resti (alcuni pilastri portanti e l'abside, da tempo facenti parte di un'abitazione) appartenenti però ad un'altra chiesa (e non a quella di S. Maria della Grazia), di ben più piccole dimensioni, denominata del Gesù Trovato. Le prove di quanto detto si possono riscontrare in alcuni brevi stralci di opere che qui di seguito riporto: R. Pirro, Sicilia Sacra, Palermo 1733, vol. II; « S. Francisco. de Paula an. 1622 in templo S. Maria de Grazia hodie, quod ad Orientem versus ad p. 500, ad Figura n. 87 - Chiesa di S. Francesco di Paola. oppído ingens veteris formae ex quadratis, & admirandis lapidibus constructum est, ibi jacens columna una, desideratis caeteris, cum epistello adhuc erecta, ingentiaque subter ,fundamenta visuntur ». S. Damtnaggio Navarra, Terranova Sacra, cap. dei sacerdoti defunti, pag. 61: « Rev. Arciprete D. Giovanni Mallia, commissario del Santo Ufficio. Resse con lode, per quasi venti anni, l'affidatogli popolo; rifece la tribuna del tempio maggiore, cui aggiunse altre due arcate, e ornò tutto di stucchi, indorature e dipinti nel 1794. Durante il suo regime fu quivi rubata la sacra pisside e, indi a poco, rinvenuta in un mucchio di fieno nel piano del Calvario, vi si eresse la chiesuola di Gesù Trovato»).
L'ingresso della chiesa è adornato da un portale in tardo stile barocco, sulla cui trabeazione sovrasta lo stemma della corporazione religiosa precedentemente menzionata; in tale stemma si legge “Charitas”.
Subito a sinistra, oltre la bussola d'ingresso, vi è una porticina mediante la quale si accede al vano-scala della torre campanaria, nella cui cella si trovano le campane. Esse, in numero di due e di diverse dimensioni, oltre ad essere ornate da decorazioni, presentano in rilievo, sulla loro superficie, le seguenti scritte: Arcidiacono Gurrisi 1880 nella culatta e Opera di Giacomo Grimaldi vicino la bocca della campana di maggiori dimensioni; ( Questa campana originariamente era posta nel campanile della chiesa Matrice ) 1832 Opera di Melchiore Di Burgio in Terranova nell'altra, in particolare questa campana presenta, nella parte rivolta verso l'esterno, una lucertola di bronzo saldata sulla sua superficie . Sempre a sinistra della bussola d'ingresso della chiesa esisteva un'acquasantiera in marmo, attualmente smontata e depositata nell'angusta ex sacrestia.
La chiesa di S. Francesco di Paola, dal 1979 ad oggi, è interessata ad un saltuario restauro che tende a salvaguardare tra l'altro le fini decorazioni di stucco che adornano la volta e le pareti del suo interno ; l'ultimo restauro è stato terminato nel 2009 e tra l'altro è stato restaurato l'affresco che si trova sulla volta e che raffigura la scena della Glorificazione di S. Francesco di Paola.
Sui dossi dei due archivolti della chiesa, che si trovano uno quasi al centro e l'altro in prossimità dell'abside, esistono (oltre a varie decorazioni in gesso) due cartigli con le seguenti scritte: Exaltavit umiles 1809 (archivolto in prossimità dell'abside) e Domino obtulerunt mente devota primitias ad faciendam opus Tabernaculi esedo (archivolto che si trova quasi al centro della chiesa).
Tra questi due archivolti esiste una porticina che immette nel'ex convento.
Per quanto riguarda l'illuminazione diurna dell'interno della chiesa, essa non è delle migliori, in particolare verso l'ingresso, anche in considerazione del fatto che quattro delle otto finestre presenti sono state murate in epoche passate.
Nelle parete comprese tra i due archivolti, esistono due stemmi, uguali fra di loro, di cui però solo quello destro nel suo centro ha inserita la seguente epigrafe: Illmi D.ni Marius, Iones, Tomas, Vincentius Aldisio f ratres, bnum mautanae, maximo fervore ducti: sacellum hoc sumptibus propriis exornatum industria que vero erectum fuit 1811.
Nelle mura comprese tra l'ingresso della chiesa e il suo primo archivolto, esistono due ampie e basse nicchie che furono occupati da un confessionale, in quella di destra, e da un pulpito in legno.
Sopra la bussola d'ingresso della chiesa vi è la cantoria, con accesso dall'attiguo ex convento, sulla cui balconata esiste una grata in legno a maglie larghe, risalente al tempo in cui nel convento si instaurò un cenobio di suore, le Figlie di S. Anna.
La chiesa dopo 20 anni di abbandono è stata ristrutturata e aperta al culto dei fedeli nei primi mesi del 2018
Ogni 2 aprile, festa della ricorrenza di S. Francesco di Paola, la statua del santo, seguita da una moltitudine di fedeli, veniva trasportata al pontile sbarcatoio e da lì trasferita su un piccolo natante per un breve giro sul mare.
Adesso il Pontile e inagibile e il santo non viene più trasportato in barca.
Di fronte la chiesa è ubicata Piazza Salandra che in tempi remoti ha ospitato tre chiese oltre a quella di Sant'Agostino; la prima si chiamava “Chiesa di san Nicola di Bari, sul lato sud del teatro Garibaldi, dove fino a poco tempo fa vi era un deposito di autobotti dei vigili del fuoco.
A lato vi era la chiesa di San Giovanni di Dio, dove oggi vi e il cine-teatro Garibaldi e infine vi era la chiesa di santa Lucia che era a ridosso del lato sud del convento degli agostiniani.
Fonte: Nuccio Mule, aggiornamento di Salvatore Ventura