Il telegrafo ha annunziato la morte dell’Eminentissimo Cardinale Antonio Maria Panebianco nostro illustre e compianto concittadino…” con queste parole il sindaco f.f. Francesco Morso il 23 Nomembre 1885 aprì la seduta della Giunta municipale nell’aula Magna del vecchio municipio; due giorni prima infatti era spirato a Roma, all’età di 77 anni dopo lunga malattia, il cardinale terranovese Antonio Maria Panebianco. In accordo con lo stesso Cav. Morso il parroco della chiesa Madre Mons. Gioacchino Gurrisi fissò al 2 dicembre la data del funerale simbolico del cardinale dal momento che lo stesso porporato fu sepolto nel cimitero del Verano nella capitale. Tre anni dopo, i familiari dell’illustre concittadino fecero erigere un monumento funereo all’interno della chiesa a suo ricordo imperituro.
Antonio Maria Panebianco o meglio Nicolò Panebianco (era questo il nome di battesimo) nacque a Terranova il 13 agosto 1808 dal conte Gaetano e da Santa Solito. Morì a Roma il 21 Novembre 1885. Poco si conosce della sua adolescenza, ma si sa che già all’età di sedici anni entrò nell’Ordine dei Minori Conventuali, il primo ordine religioso presente a Terranova sin dal 1281. Dopo aver compiuto gli studi nella nostra città si trasferì a Roma per conseguire la laurea dottorale. Ritornato a Terranova iniziò la sua attività pastorale ricoprendo verso il 1832 l’incarico di guardiano del convento dell’ordine. In questo periodo Frà Antonio ricoprì anche le cariche di Segretario dell’Ordine e della provincia e Assistente generale e più tardi, nel 1852, ricevette quelle di Ministro provinciale della Sicilia e, poi, di Arcivescovo di Palermo. Fu professore di Lettere, Filosofia e Teologia Dogmatica in diversi conventi dell’Ordine, prima dell’insegnamento di Discipline Morali a Catania.
Nel 1853 fu chiamato a Roma dal papa e nominato Consultore della Suprema Inquisizione per le sue qualità di sapienza e integrità morale; successivamente questa carica fu estesa anche ai Sacri Riti e gli Affari Ecclesiastici straordinari. Infatti, con quest’ultima carica fu inviato in Romania per sanare una controversia sui matrimoni tra coniugi di diversa fede religiosa.
Grazie a “…Le sue nobili qualità di mente e di cuore che lo adornarono: intelligenza elevata, profondità di sapere, dirittura di mente, destrezza mirabile di consiglio, imparzialità nei giudizi. E queste doti, congiunte ad una rara modestia e ancor più rara semplicità di modi, gli conciliavano fiducia, rispetto e venerazione…” (Civ. Cattolica, vol. XII, pag. 688), il 27 settembre 1861 il papa Pio IX lo elevò all’alto titolo della dignità ecclesiastica di Cardinale, l’unico cardinale in quel periodo eletto in Sicilia. Tempo dopo venne addetto all’Ordine dei Preti e fregiato del titolo di S. Girolamo degli Schiavoni a cui rinunzio per assumere l’altro dei Santi XII Apostoli. Fu membro di diverse congregazioni romane come quella della Propaganda Fide e della Indulgenze e Sacre reliquie e quindi Penitenziario Maggiore.
Il cardinale Panebianco, assieme ad altri illustri terranovesi distintisi nel campo della politica, nell’amministrazione della cosa pubblica, nell’arte, nella letteratura, ecc., rappresenta un punto di riferimento per riguardare la storia dimenticata della nostra città oggi avvolta e stravolta da eventi sociali ed economici che hanno dato purtroppo risultati illusori e lontani da tutte le virtù morali che sono l’elemento indispensabile nella costruzione della civiltà di un popolo.
Fonte: Nuccio Mulè