|
Laterale Sinistra |
|
|
|
Nella cappella della Passione si trova un altare sul cui ciborio sovrasta la statua dell’Addolorata mentre sotto la mensa vi è un’urna con la statua del Cristo Morto. Il simulacro dell’Addolorata, lo stesso che assieme a quello di Gesù ogni anno nella settimana santa vengono portati in processione al Calvario, fu realizzato in legno da un artista catanese, tale Bartoli, nella seconda metà degli anni Sessanta su copia della statua dell’800, distrutta durante l’incendio che divampò nella stessa cappella nel 1965, per un cortocircuito, e che ridusse in cenere anche la statua settecentesca in legno del Cristo alla Colonna; l’incendio, sviluppatosi durante la notte nel periodo immediatamente precedente alla Pasqua di quell’anno, s’estese alla vicina cappella della Madonna di Lourdes e in parte anche verso quella della navata centrale dove si trovava un grande arazzo, opera del Vaccaro di Caltagirone della prima metà dell’800, raffigurante la Passione di Cristo, che andò completamente distrutto. Per diverso tempo la Chiesa Madre in seguito all’incendio rimase chiusa al culto e le sue funzioni furono continuate nella vicina chiesa di S. Benedetto.
Subito a sinistra della cappella di questa navata si trova una pala di media grandezza che ha sostituito la nicchia della grotta in cui la Madonna di Lourdes apparve alla ragazzina quattordicenne, Bernadette Soubirous.
In questa navata troviamo l’ingresso agli uffici parrocchiali e, dopo un breve corridoio, anche al campanile; in fondo a tale corridoio vi è una porta che si apre sulla via Matrice.
E ancora troviamo il monumento funereo dedicato al cardinale terranovese Antonio Maria Panebianco,
Come detto prima, in questa navata sono state tolte tutte le statue (tra cui quella di S. Antonio e di Santa Lucia), gli altari rimasti sono quelli della cappella dell'Addolorata e nella navata quello dove vi è la pala della "Dormitio Virginis".
La navata è stata abbellita con delle splendide pale di vari autori.
In fondo alla navata è custodita la “vara” del Cristo Morto un’artistica urna in legno dorato chiusa da vetrate che viene adoperata il venerdì santo per il trasporto di Gesù dal Calvario alla chiesa Madre.
|
|
|
La navata laterale sinistra e l'uscita laterale |
|
|
Maria Addolorata |
|
|
Il Cristo morto |
|
|
Titolo ed autore sconosciuti |
|
|
Deposizione (Autore Ignoto) 1716 |
|
|
Un affresco sulla volta vicino alla cappella della Passione |
|
|
Copia - Maria SS. D'alemanna - Patrona di Gela |
|
|
Il monumento del Cardinale Panebianco |
|
|
Anime del Purgatorio (Autore Ignoto) XIX Sec. |
|
|
Trinità (G. Tresca) XVIII Sec. |
|
|
San Pietro e Paolo (Autore Ignoto) XVII Sec. |
|
|
Nozze di Cana (G. e F. Vaccaro) 1858 |
|
|
Titolo ed autore sconosciuti |
|
|
Una cupoletta delle navate laterali (5+5) |
|
|
L'Urna dove il Venerdi Santo viene portato il Cristo morto |
|
|
GESU' NEL SEPOLCRO |
|
Dopo questi fatti,
Giuseppe d’Arimatea, che era discepolo di Gesù,
ma di nascosto per timore dei Giudei, chiese a
Pilato di prendere il corpo
di Gesù. Pilato lo concesse. Allora egli andò
e prese il corpo di Gesù. Vi andò anche Nicodemo,
quello che in precedenza era andato da lui di notte,
e portò una mistura di
mirra e di aloe di circa cento libbre.
Essi presero allora il corpo di Gesù e lo avvolsero in
bende insieme con gli oli aromatici, com’è usanza
seppellire per i Giudei. Ora, nel luogo dove era
stato crocefisso, vi era
un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel
quale nessuno era stato ancora deposto.
La dunque deposero Gesù, a motivo della
Parasceve dei Giudei, poiché quel sepolcro
era vicino.
Giovanni 19, 38 - 42
|
|
|
|