L'albero del carrubo è parte integrante del territorio siciliano, infatti sin dai tempi remoti ha influenzato la vita quotidiana e ha lasciato tracce indelebili nella storia del nostro territorio:è stato utilizzato come semplice foraggio, a basso costo, per gli animali da soma, nei dolci, e nei preparati alimentari che si facevano e, ancora si fanno, con le silique e negli infusi che i nostri antenati utilizzavano per curare malattie di ogni genere. Gli esperimenti effettuati sul carrubo e sui prodotti da esso derivati hanno evidenziato le alte potenzialità di questo prodotto. Da ciò deriva l'interesse che recentemente si è risvegliato attorno al carrubo che è stato rivalutato sia in termini economici che in termini di arboricoltura, infatti, la coltura di questo prezioso albero al giorno d'oggi è praticata con più criterio. Le silique del carrubo sono utilizzate nell'industria farmaceutica come componenti degli antibiotici e ancora più in generale la carruba e i suoi semi sono utilizzati in svariati campi: dall'alimentare, già citato, alla farmacosmesi; dal campo zootecnici a quello medico-sanitario e ciò dimostra quante sostanze importanti siano presenti dentro una singola carruba. Il carrubo è la nostra realtà territoriale e come tale va protetto e tutelato.
ASPETTI STORICI
Il carrubo è una pianta conosciuta da tempi remoti. Le prime testimonianze si trovano nei documenti di Teofrasto e di Strabone e di scrittori naturalisti come: Columella e Plinio il Vecchio. Nei Vangeli di Matteo e di Marco si legge che Giovanni il Battista si nutriva nel deserto di ” locuste di miele selvatico ”.Il termine locuste starebbe ad indicare proprio le carrube, tant'è che in vari paesi dell'Europa settentrionale, e soprattutto in Gran Bretagna, questo prodotto è noto con il nome di ” pane di S. Giovanni ”. In Inghilterra sono diffuse le espressioni: ”St. John's tree” o ”St.John's bread”. Da queste testimonianze si può ipotizzare che fin dalle origini il carrubo sia stato un albero tipico della macchia mediterranea, ma non è possibile stabilire con esattezza il suo luogo di origine, questione, che ad avviso del Castro, è destinata a rimanere insoluta. Alcuni studiosi lo ritengono originario dell'Asia Minore o della Siria, altri ne pongono le origini in Egitto; il Gussone e il Bianca lo credono originario della Sicilia. Per altri il carrubo esisteva come albero spontaneo nelle terre del bacino orientale del Mediterraneo, ma la sua coltivazione ebbe inizio soltanto nei tempi storici: i Greci la estesero in Sicilia, ma gli Arabi ne intensificarono la coltivazione e la propagarono fino al Marocco e alla Spagna. Per altri ancora 1a diffusione del carrubo in Sicilia fu dovuta ai Fenici, che della Sicilia furono i colonizzatori più antichi. I Fenici avrebbero trovato nelle carrube quasi un sostitutivo dei datteri. Essi tenevano vivo il culto degli alberi, che soffrono la siccità estiva e conservano nel sottosuolo riserve persistenti di umidità. Il carrubo per le sue caratteristiche fu indubbiamente uno degli alberi più apprezzati dai Fenici e dai Cartaginesi .Lo Hehn riferisce che. il carrubo nell'Asia Minore e nella Sicilia era oggetto di venerazione, da parte dei normanni musulmani e dei cristiani e aggiunge il particolare che fosse sacro a S. Giorgio, infatti si incontrano in quei territori parecchi tabernacoli riparati all'ombra dei suoi rami. Ne! Medioevo furono gli Arabi a interessarsi del carrubo, usavano il seme del carrubo per pesare i metalli preziosi, stimando il peso di un carato di carruba al valore di 4 grani. In Tunisia ancora oggi e in Algeria viene usata una moneta detta ”Kharrubah”.
Verso la fine del Medioevo il carrubo era coltivato in tutte le terre del Mediterraneo compatibili con la sua coltura, il suo Frutto, noto a tutte le popolazioni cristiane d'Europa, era già utilizzato, per la preparazione di prodotti medicinali e di dolci. Ad accrescere la diffusione del carrubo contribuirono le crociate e le migrazioni dei Normanni, pellegrinaggi dei cristiani, ma soprattutto i rapporti commerciali tra 1'Oriente e 1'Occidente, mantenuti vivi ad opera delle repubbliche marinare. Nella seconda metà del settecento interessanti notizie vengono fornite sulla coltura del carrubo tra le zone di maggiore produzione i territori di Modica, Ragusa, Comiso, Scicli, Noto e Avola. A quel tempo la produzione siciliana era valutata in 60 mila ”cantari” l'anno, dei quali 40 mila venivano esportati attraverso i porti di Augusta, Siracusa, Noto e Scoglitti; le carrube non esportate erano utilizzate come alimento per il bestiame e per la povera gente, oltre che per usi medicinali.
ASPETTI BOTANICI
Il carrubo appartiene alla famiglia delle cesalpinacee, ordine delle leguminose, classe dicotydonea divisione delle angiosperme.La pianta del carrubo può raggiungere anche i dodici metri di altezza, la chioma è sempreverde e globosa, il tronco si presenta rugoso e tortuoso, con diametro medio di oltre 50 centimetri ed è costituito da midollo, legno di cui vi è la parte interna detta "durame" e la parte esterna detta "alburno", cambio e corteccia. Se il tronco non cresce sano e robusto o diventa vecchio si spacca e si svuota a causa delle acque piovane, quindi, le parti di tessuto si cariano, si disseccano, si sgretolano e diventano polvere. La corteccia è spessa e ruvida di colore rossiccio o grigiastro e screpolata verso la base del tronco, è abbastanza liscia nelle ultime ramificazioni. I rami sono eretti;ma flessuosi e quelli inferiori più vecchi e più robusti, s'inarcano verso il basso fino a toccare il terreno. Le radici sono costrette a cadere in profondità è si sviluppano lateralmente con numerose ramificazioni. Le foglie sono persistenti, simmetriche, composte paripennate, formate normalmente da quattro cinque coppie di foglie, quasi alterne, con un picciuolo di circa tre millimetri. Le radici possiedono speciali acidi capaci di attaccare, penetrare, spaccare e frantumare la dura e forte roccia calcarea, fornite di noduli che ospitano colonie di milioni di batteri.
Lo sviluppo dell'albero de1 carrubo avviene in cinque periodi:
- improduttivo o d'infanzia fino a dieci anni;
- di formazione fino a venti anni;
- d'incremento fino a trenta anni;
- di maturità da trenta ad oltre cento anni;
- di vecchiaia o decadenza;
La pianta fiorisce nei mesi di luglio-agosto fino a dicembre. I fiori sbocciati prima del tempo, a seconda del!'atmosfera umida o calda raramente formano 1e silique cosi come quelli sbocciati tardivamente. Le infiorescenze, composte da stelo a volte lungo 16 centimetri, appaiono sempre a grappoli su tutti i rami. Il carrubo è normalmente una pianta a sessi separati con individui maschili e femminili. Talora si può presentare lo stesso esemplare che porta fiori unisessuali e fiori ermafroditi. I fiori unisessuali del carrubo sono potenzialmente ermafroditi.
Negli abbozzi sono presenti gli organi riproduttivi di entrambi i sessi, solo al momento della maturazione si sviluppa quello di un solo mentre l'altro rimane sterile. I colori dei fiori del carrubo sono basati sulla combinazione. di una sostanza con una o due specie di zuccheri.
Il frutto è un baccello pendente, lungo da dieci n venti centimetri, largo da due a quattro centimetri circa, spesso da cinque a quindici millimetri di colore verde chiaro prima della maturazione, più o meno striato di rossiccio e quindi nerastro alla maturazione, a superficie sinuosa compresso al centro ed ingrossato nelle due suture, arcuato e arrotondato verso le due estremità . La parte esterna (epicarpio) e coriacea, alquanto lucida; la polpa (mesocarpio) è carnosa e zuccherina. I semi sono, schiacciati all'apice, un po' acuti alla base, lunghi circa otto millimetri e larghi circa sette, di colore. rossiccio, durissimi, molto lucidi. Un frutto contiene da quattro a dodici semi; il peso varia dai 25 ai 40 grammi. Le carrube cortissime contengono uno o due semi.
A duecento anni è considerato giovane e produce fino a trenta quintali di frutti. Col passare dei secoli il carrubo non invecchia, diventa più robusto, gigantesco, più chiomato, più possente e fruttificante.Il carrubo si adatta a terreni di varia natura, preferisce quelli calcarei di media consistenza o sciolti, quindi permeabili. Vive bene nei terreni acidi e rocciosi, ma a condizione che la roccia sia fratturata, se il terreno è poco profondo, la pianta cresce stentatamente e rimane rachitica dando prodotto scarso e di pessima qualità. la Sicilia è la regione italiana dove si ha la maggiore produzione di carrube. Le principali province siciliane sono: Ragusa, Siracusa, Agrigento, Caltanissetta, Catania e Palermo.Il carrubo per quanto robusto risente di alcune avversità che possono colpire l'albero e il frutto. L'albero ha una buona resistenza alle alte temperature, ma come tutte le piante sempreverdi si dimostra particolarmente sensibile al freddo.Il vento può danneggiare le piante adulte provocare la rottura di rami;lungo la costa, durante i mesi invernali, il vento può, a causa della salsedine, bruciarele foglie;venti di scirocco seccano il pistillo provocano il disseccamento del legname, caduta delle foglie nel periodo di fioritura e anticipa la caduta dei frutti; altre cause che danneggiano la pianta la grandine e la nebbia.
CAMPI D'IMPIEGO
Le popolazioni della Sicilia Orientale, del sud e del centro dell'Isola un tempo preparavano e ancora oggi preparano mostaccioli, biscotti, pasta, dolci, mostarda, marmellata di polpa macinata di siliqua di carruba e, con la siliqua torrefatta, in diversi Paesi Europei si ottiene un gustoso surrogato del caffè ede1 cioccolato. In Turchia, con la polpa, si ricavano liquori eccezionali e nei Paesi Arabi paste, Tamarindo, sorbetti e sciroppo. Nei Paesi del bacino del Mediterraneo molti ammalati di disturbi intestinali o respiratori guariscono grazie ad un infuso di polpa. Le Forze Armate Italiane e Tedesche, durante la II guerra Mondiale usarono un prodotto di polpa di carrube chiamato "Energon" per alimentare muli e cavalli adoperati proficuamente durante le operazioni belliche.
Nella città di Barcellona in Spagna è stato scoperto, durante la Guerra Civile che gli scolari poveri costretti a nutrirsi di sole carrube non erano affetti da malattie dispetiche contrariamente agli scolari benestanti. La società industriale farmaceutica "Nestlé" ha messo in commercio un preparato per curare i mali dispetici chiamato "Argon" costituito essenzialmente di farina di siliqua di carrube. Lo sciroppo ricavato da carrube da donne di case e da ricercatori di Scicli ha il potere di raddoppiare le energie e le facoltà intellettive in scolari e studenti e di raddoppiare nell'uomo la forza di resistenza al lavoro più duro. Tale sciroppo è tuttora usato in medicina in Inghilterra, Francia e Germania. Lo sciroppo a Scicli e nei centri vicini negli anni '40 veniva usato come "tonico", come ricostituente per i convalescenti, per i depressi, per i malati affetti da disturbi cardiovascolari, sessuali, colpiti da polmonite, bronchite, tubercolosi, ipostenia e varie altre malattie. Migliaia di persone sono state curare con estratti di carrube, distillati e vini di carrube, e hanno usato miele di carrube per la preparazione di speciali dolci natalizi e pasquali. Le silique di carrubo mature e fresche, lavate e denocciolate, pestate e passate producono un miele speciale. Il miele di silique di carrube, pulito, costituisce. un alimento d'alto valore nutritivo, padelle proprietà curative e sanative nelle ferite infette.
INDUSTRIA ALIMENTARE
Dolci e gelati
La farina di carrube impiegata in dosi dello 0,1-0,3% conferisce ai gelati artigianali una struttura uniforme e vellutata, evitando la formazione di grossi cristalli di ghiaccio. Non altera le proprietà organolettiche e la fusione del gelato risulta lenta e cremosa. Un altro sotto – prodotto della farina e il ”Carcao” un prodotto dolciario succedaneo de! cacao. Si amalgama meglio con gli altri ingredienti alimentari, grazie al basso contenuto di grassi. Lo sciroppo di carrube è un sostitutivo dello zucchero nella preparazione di dolci, gelati, vini liquorosi, vini particolari ecc.
Salse, condimenti, maionesi, prodotti in scatola
In tutti i prodotti emulsionanti, la farina di semi carrube ha ottime proprietà stabilizzanti ed addensanti. La combinazione della farina con altri gelatinizzanti da gelatine perfettamente stabili anche se conservate in condizioni sfavorevoli.
Formaggi e prodotti derivati dal latte
L'utilizzo di addensanti quali la farina per la preparazione di alcuni tipi di formaggi freschi e pratica comune in alcuni paesi europei (Germania, Inghilterra). Anche in alcuni tipi di dessert, a base di yogurt, la farina ha non solo un'azione addensante, ma anche stabilizzante in quanto evita la separazione del siero dal prodotto finito.
Settore carni
La farina di semi di carruba per le sue spiccate proprietà leganti e stabilizzanti nelle emulsioni viene impiegata nella produzione di insaccati (salsicce, würstel, ecc). Infatti l'aggiunta della farina permette di ottenere una pasta più omogenea, più stabile e più morbida.
Settore zootecnico
La farina di carrube è un alimento la cui utilizzazione zootecnica si va sempre più diffondendo, per alcune caratteristiche che la contraddistinguono, specie per l'elevata appetibilità e per le proprietà dietetiche. In particolar modo nell'alimentazione dei suini si è riscontrato un aumento del peso utilizzando miscele alimentari a base di farina di carrube. Caratteristiche riscontrate in tutti gli animali alimentati principalmente regolamentate con silique di carrube che contengono sostanze zuccherine ed azotate in abbondanza. Gli esperimenti effettuati dal 1937 in poi hanno dimostrato quanto sia positiva un'alimentazione costante a base di silique di carrubo in quasi tutti gli animali.
INDUSTRIA FARMACEUTICA
Pochi grammi di sciroppo di carrube diluito in acqua o vino hanno proprietà curative nelle affezioni polmonari e bronchiali, nei disturbi gastrici, nelle affezioni tumorali ed hanno proprietà ricostituenti nell'organismo e nel sistema nervoso umano ed animale. Le famiglie agricole delle province di Agrigento,Ragusa e Siracusa potevano preparare con la polpa delle carrube, una bevanda simile a the. Lo stesso liquido veniva bevuto in inverno per curare il raffreddore, l'influenza e la tosse.
Una moderna branca della fitoterapia e da considerare la fitocosmesi. La farina ricavata dai carati è molto ricercata per uso cosmetico anche a livello industriale. Questo prodotto eserciterebbe un' azione idratante, rinfrescante ed emolliente sulle pelli secche e delicate esposte al vento e ai raggi solari.
Ricerche scientifiche hanno evidenziato che i vitelli affetti da tumori alla bocca sono guariti, non mediante intervento chirurgico, ma con la somministrazione di un infuso ottenuto mediante un processo industriale che necessita dei frammenti di legno, corteccia, radici, frutti, rami e foglie di carrubo.
RICETTA: CARAMELLE DI CARRUBE
Ingredienti: carrube; miele; olio di mandorla
Fare un decotto delle carrube nettate dai semi, mettere uguale peso di miele e far cuocere. Quando il composto comincia a caramellare, rovesciarlo su un marmo unto d'olio di mandorla, livellandolo fino a 1/2 centimetro e facendolo raffreddare. Tagliare a piccoli quadratini e avvolgere le caramelle in carta bianca.