Ziziphus jujuba o Giuggiole
Il giuggiolo (Ziziphus jujuba) è una pianta della famiglia delle ramnacee originaria della Siria, bassa, contorta, dai rami irregolari e spinosi, a foglie caduche, semplici. I frutti sono drupe simili alle olive, di forma più o meno ovoidale, lunghe 2-3 cm di colore rosso-violaceo o brunastro a maturità (fine estate-autunno). La polpa acidula giallastra è leggermente dolciastra, prima croccante poi farinosa o mucillaginosa, di sapore subacido-dolciastro, che ricorda quello del dattero. Secondo la tradizione in antichità le giuggiole venivano usate, dopo aver fermentato, per produrre un particolare tipo di vino. Le giuggiole si consumano fresche, appena colte dall'albero, oppure leggermente raggrinzite; possono inoltre essere trasformate in marmellate e conserve ed è molto apprezzata anche la loro conservazione sotto grappa. Ricchi di principi attivi tra cui molta vitamina C (10 giuggiole equivalgono a 2 arance) i frutti sono diuretici, emollienti e lassativi. Da sempre vengono riconosciute alla giuggiole le proprietà di epatoprotettore, ipocolesterolemizzante, antipiretico, antinfiammatorio, emolliente ed espettorante.
Le giuggiole sono ormai frutti dimenticati, tranne in alcune particolari zone, dove i giuggioli sono ancora piantati nei giardini di molte abitazioni. Le giuggiole sono utilizzate per realizzare ottime confetture, sciroppi, e il famoso brodo di giuggiole, un un antico liquore che si produce in alcune zone del Veneto e del mantovano: è una specie di sciroppo o liquore con cui gli antichi contadini omaggiavano i loro visitatori più illustri. Veniva conservato in bottiglia e si produceva in quantità limitata.