Frutti che vanno scomparendo
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Frutti che vanno scomparendo

 

Corbezzolo

Albero di Corbezzoli

Arbusto o piccolo albero con corteccia marrone e rami giovani rossastri. Foglie persistenti, intere. dentate, molto coriacee e lucenti. Fiori bianchi, a campanula, riuniti in grappoli pendenti che fioriscono in inverno. Bacche globose, con lunghi peduncoli,di colore rosso a maturità, che rimangono oltre l'autunno. Il frutto è commestibile e viene raccolto per la distillazione. Pianta mediterranea spontanea che caratterizza il sottobosco delle foreste di leccio, di sughera e di pino marittimo. Elemento tipico della macchia, insieme all'erica. Predilige terreni acidi. Nel nostro territorio è diffusa nelle macchie e nei boschi di leccio. Nome locale- Arùssulu-

Denominazione botanica: Arbutus Unedo
Nome comune pianta:
corbezzolo
Parti usate:
le foglie e i frutti
Famiglia:
Ericacee
Habitat:
comune in molti paesi del bacino del Mediterraneo.
Principi attivi: arbutina o arbutoside (glucoside), arbutasi (enzima) tannini, flavonoidi

 Il Corbezzolo ( Arbutus unedo ), detto anche albatro, è un cespuglio o un piccolo albero appartenente alla famiglia delle Ericaceae, diffuso nei paesi del Mediterraneo occidentale e nelle coste meridionali d'Irlanda. L'origine del nome generico, dovuto probabilmente al sapore aspro del frutto e delle foglie, ha radici antiche da ricercarsi nel celtico 'ar' = aspro e 'butus' = cespuglio. Inoltre l'origine del nome specifico "unedo" deriva da Plinio il Vecchio che, in contrasto con l'apprezzamento che in genere riscuote il sapore del frutto, sosteneva che esso fosse insipido e che quindi dopo averne mangiato uno ( unum = uno e edo = mangio) non veniva voglia di mangiarne più.
Dal nome greco del corbezzolo (??µa??? - pron. kòmaros) derivano molti nomi dialettali della pianta (Marche, Calabria, Campania), e anche il nome del Monte Cònero, promontorio sulle cui pendici settentrionali sorge la città di Ancona, e la cui vegetazione è appunto ricca di piante di corbezzolo.
I frutti maturano nell'anno successivo rispetto alla fioritura che dà loro origine, in autunno. La pianta si trova quindi a ospitare contemporaneamente fiori e frutti maturi, cosa che la rende particolarmente ornamentale, per la presenza sull'albero di tre vivaci colori: il rosso dei frutti, il bianco dei fiori e il verde delle foglie.
Nel Risorgimento il corbezzolo, proprio a causa dei colori che assume in autunno, uguali a quelli della bandiera italiana, era considerato un simbolo del tricolore.
Il poeta Giovanni Pascoli dedicò al corbezzolo una poesia. In essa si fa riferimento al passo dell'Eneide in cui Pallante ucciso da Turno, era stato adagiato su rami di corbezzolo; il poeta vide nei colori di questa pianta una prefigurazione della bandiera nazionale e considerò Pallante il primo martire della causa nazionale . Recita l'ode di Pascoli:

«O verde albero italico, il tuo maggio
è nella bruma: s'anche tutto muora,
tu il giovanile gonfalon selvaggio
spieghi alla bora  »

Corbezzolo ('mbriacotti)