La Via Crucis
La Via Crucis in dialetto
Giovedì Santo
Venerdi Santo
Sabato Santo
 

GIOVEDI' SANTO

L'ultima cena

Nel calendario cristiano il Giovedì santo è il giovedì precedente la Pasqua. In questo giorno, appartenente al Triduo Pasquale, si ricorda l' Ultima Cena di Gesù con i suoi apostoli e il tradimento di Giuda.

Nella Chiesa cattolica il Giovedì Santo è caratterizzato soprattutto dalla messa del Crisma e dalla messa in Cena Domini.

Messa del Crisma

Il giovedì mattina si celebra nella cattedrale la Messa del Crisma, in cui il Vescovo consacra gli Olii Santi: il Crisma, l' Olio dei Catecumeni e l'Olio degli Infermi. Essi sono gli olii che si useranno durante tutto il corso dell'anno liturgico per celebrare i sacramenti:

  • il crisma viene usato nel battesimo, nella cresima e nell'ordinazione dei presbiteri e dei vescovi;
  • l'Olio dei Catecumeni viene usato nel battesimo;
  • l'Olio degli Infermi viene usato per l' Unzione degli infermi.

Nella messa del crisma tutti i presbiteri rinnovano le promesse fatte nel giorno della loro ordinazione sacerdotale.

Messa in Cena Domini

La sera del giovedì invece si celebra la Messa in Cena Domini ( Messa della Cena del Signore ), che dà solenne inizio al Triduo Pasquale; in essa si fa memoriale dell'Ultima Cena consumata da Gesù prima della sua passione e si commemorano l'istituzione dell' Eucarestia e del sacerdozio e il comandamento dell'amore. Durante questa Messa si svolge il rito della lavanda dei piedi, ripetendo quello che Gesù stesso fece dopo l'Ultima Cena.

  • Dopo il Gloria della Messa, in cui suonano a festa,le campane non vengono più suonate fino al Gloria della Veglia Pasquale, nella notte fra il Sabato Santo e il giorno di Pasqua, per sottolineare con il silenzio l'attesa della gioia pasquale, quando le campane stesse risuoneranno a festa.

La messa Vespertina del Giovedì Santo dà solenne inizio al Triduo Pasquale della passione, morte e risurrezione di Gesù.

  • La comunione si può amministrare sotto le due specie.

La celebrazione termina con la processione eucaristica all' Altare della reposizione.

In serata, fino alla mezzanotte, i cristiani sono invitati a soffermarsi presso l'altare della reposizione in adorazione dell'Eucaristia donata da Gesù in questa notte, e nella meditazione sulla sua agonia nel Getsemani e sul suo tradimento.

Questa tradizione è di uso comune soprattutto nei centri dell'Italia meridionale, dove con il termine "andare a fare i sepolcri" si intende proprio il visitare, a partire dal pomeriggio, il sepolcro di Cristo addobbato. Il sepolcro è in realtà l'Esposizione Eucaristica, con le ostie precedentemente consacrate. L'usanza è che ogni fedele visiti da cinque (quante sono le piaghe di Cristo) a sette (quanti sono i dolori della Madonna) di questi allestimenti delle varie chiese.

Ultima Cena

Ultima Cena è il nome con il quale nella religione cristiana si indica solitamente la cena di Gesù con gli apostoli durante la pasqua ebraica, precedente la sua morte. Si tenne nel luogo detto del Cenacolo.

Il Nuovo Testamento

Raccontano l'ultima cena di Gesù i tre vangeli sinottici contenuti nel Nuovo Testamento:

  • Matteo 26,26-29
  • Marco 14,22-25
  • Luca 22,15-20.

La narra pure San Paolo nella Prima Lettera ai Corinzi 11,23-26.
Quest'ultimo testo è considerato normalmente più antico dei precedenti in quanto risale circa all'anno 59.

Ubicazione del cenacolo

Secondo quanto dicono i vangeli sinottici, il giovedì mattino i discepoli si presentarono a Gesù e gli chiesero in quale luogo egli volesse celebrare la Pasqua ebraica. Gesù mandò due discepoli (Luca specifica Pietro e Giovanni ) in città dicendo loro che avrebbero incontrato lungo la via un uomo con una brocca d'acqua, diretto verso la casa del proprio padrone. I due avrebbero dovuto seguirlo e chiedere al padrone di casa se era possibile per Gesù celebrare la Pasqua nella sua dimora.

Il segno dato ai due apostoli era abbastanza singolare, essendo infatti l'ufficio di attingere l'acqua riservato ordinariamente alle donne. Diverse le ipotesi riguardo al proprietario della casa, senza dubbio un simpatizzante di Gesù. L'opinione meglio accreditata è quella che vede nel padrone del cenacolo il padre, o comunque qualche parente, di Marco, il futuro evangelista.

Verso il 530 l'arcidiacono Teodosio infatti, descrivendo la sua visita a Gerusalemme, parlando della chiesa della Sancta Sion, ritenuta come il luogo dell'ultima cena, afferma: " Ipsa fuit domus sancti Marci evangelistae " ("Questa fu la casa di San Marco evangelista"). Questa affermazione doveva senza dubbio fondarsi su un dato molto antico essendovi inoltre una seconda testimonianza, del monaco cipriota Alessandro, che descrive la chiesa della Sancta Sion come dimora di Maria, madre di Marco .

"Uno di voi mi tradirà"

Terminata la lavanda dei piedi Gesù riprese posto a tavola. Egli occupava senza dubbio il posto più onorifico e gli apostoli avevano dibattuto su chi dovesse sedersi nel posto più vicino a lui. Essendo la tavola a semicerchio, secondo una moda dell'epoca, i divani erano disposti radialmente all'esterno del semicerchio. Gesù occupava dunque il posto centrale al vertice del semicerchio e, a quanto dicono i vangeli, erano Pietro, Giovanni e Giuda Iscariota i commensali più vicini a lui. Alla destra di Gesù stava Pietro, alla sinistra Giovanni, che poteva così appoggiare la testa sul petto del maestro e a fianco di Giovanni stava Giuda, abbastanza vicino a Gesù.

Questi, mentre gli apostoli continuavano la cena, rivelò che uno di loro l'avrebbe presto tradito. I discepoli, entrati in confusione, chiesero al maestro chi di loro fosse il traditore e per ultimo Giovanni, su consiglio di Pietro, avvicinatosi a lui, gli chiese di mostrarglielo. Ai tempi in cui viveva Gesù si era soliti mettere nel tavolo alcuni vassoi comuni nei quali si intingeva il pane o le erbe amare. Gesù intinse dunque un boccone di pane e lo porse a Giuda Iscariota dicendo: " Quello che devi fare, fallo presto ". Nessuno dei commensali comprese però il significato di tale gesto e Giuda ebbe dunque la possibilità di alzarsi e di andare via (secondo il vangelo di Luca, Giuda esce dal cenacolo subito dopo l'istituzione eucaristica).

Mentre la cena continuava, Gesù compì un atto alquanto insolito nel rito pasquale. Prese del pane e dopo aver pronunziato la preghiera di benedizione, lo spezzò e dandolo ai discepoli disse: " Prendete e mangiate. Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me.

Poco dopo prese un calice colmo di vino e dopo averlo benedetto allo stesso modo disse: "Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell'alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati".

Questo gesto sconvolse parecchio gli apostoli che rammentarono l'avvenimento nelle prime comunità cristiane, tanto che San Paolo , nella sua lettere ai Corinzi , presentò l' Eucaristia come un rito nel quale il fedele mangiava e beveva davvero il corpo e il sangue di Gesù. Quel gesto, secondo l'apostolo, sarebbe inoltre un collegamento fra l'ultima cena e la successiva passione, essendo in entrambi i momenti il suo corpo donato e il sangue versato.

Giovanni è l'unico a tacere sull'avvenimento, concentrandosi principalmente sulla lavanda dei piedi e sugli ultimi insegnamenti di Gesù ma vi è un precedente riferimento all'istituzione eucaristica nel capitolo 6 e precisamente nella frase, pronunciata da Gesù: " Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete ".

Fonte: Wikipedia

 

LA Messa in "Cena Domini"

La messa della Cena Domini
 
La chiesa gremita dai fedeli
 
La lavanda dei piedi nella parrocchia "Regina Pacis"
 
La lavanda dei piedi nella parrocchia "Regina Pacis"
 
La lavanda dei piedi nella parrocchia "Regina Pacis"
 
La lavanda dei piedi nella parrocchia "Regina Pacis"
 

Adorazione dell'Eucarestia

La processione Eucaristica
 
La processione Eucaristica
 
La processione Eucaristica
 
Reposizione delll'Eucarestia
 
Il Cenobio
 
Il Cenobio
 
L'altare della reposizione dell'Eucarestia nella Chiesa Madre
 

PARROCCHIA REGINA PACIS - Gela
Adorazione Eucaristica - Giovedì Santo

"Il potere è servizio
(Papa Francesco)

Frutto della preghiera è la fede, è la preghiera che ci fa dire: Credo. Frutto della fede è l'amore, la fede ci conduce a dire: Amo.
Frutto dell'amore è il servizio. L'amore ci conduce a dire: Voglio servire.
Frutto del servizio è la pace.

(Madre Teresa di C.)

 Canto

Nella tua vita, nel frenetico andare e venire, nel tuo presente, fatto di passato e attese future, fermati e ascolta. E' Sua la Parola. E' amica Parola. Parola che va al cuore. Parola di senso, di luce. Parola d'amore. Parola per te. "Avete ricevuto uno Spirito da figli"... Sorpresa, meraviglia: la vita è abitata da Lui, lo Spirito di Dio. Contemplazione stupita: Lui conduce, Lui dona, Lui in noi grida, in noi prega. Lui ci conferma: Siamo figli di Dio, Figli davvero! Non belle parole, non accademia, ma autentica realtà. E il 'tuo cuore è nella pace.

Tutti:
L'amore del Padre, il soffio del Risorto, Lui, Profumo, Bellezza, Speranza, Futuro, Sollievo, Desiderio, Sogno, Gioia, Conforto, Forza e Luce.
Lui in noi protagonista della nostra storia.
Siamo Figli di Dio! Non più schiavi del destino, di noi stessi, degli altri, delle cose, della paura.
Liberi in pienezza. Lode, azione di grazie, gioia riconoscente!
Amen

Dal Libro del profeta Isaia 53,7-8.11

Era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la sua bocca. Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo; chi si affligge per la sua sorte? Sì, fu eliminato dalla terra dei viventi, per l'iniquità del mio popolo fu percosso a morte. Dopo il sua intimo tormento vedrà la luce e si sazierà della sua conoscenza; il giusto mio servo giustificherà molti, egli si addosserà la loro iniquità."

Pausa per la riflessione in silenzio

Salmo 21 - Resp. Agnello di Dio, Tu che sei la vittima del sacrificio abbi pietà di noi.

«Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?
Tu sei lontano dalla mia salvezza»:
sono le tue parole del mio lamento.
Dio mio, invoco di giorno e non rispondi,
grido di notte e non trovo riposo.

Mi scherniscono quelli che mi vedono,
storcono le labbra, scuotono il capo:
«Si è affidato al Signore, lui lo scampi;
lo liberi, se è suo amico».
Sei tu che mi hai tratto dal grembo,
mi hai fatto riposare sul petto di mia madre.

Al mio nascere tu mi hai raccolto,
dal grembo di mia madre sei tu il mio Dio.
Da me non stare lontano, poiché l'angoscia
è vicina e nessuno mi aiuta.
Come acqua sono versato,
sono slogate tutte le mie ossa.

Il mio cuore è come cera,
sì fonde in mezzo alle mie viscere.
È arido come un coccio il mio palato,
la mia lingua sì è incollata alla gola,
su polvere di morte mi hai deposto.

Un branco di cani mi circonda,
mi assedia una banda di malvagi;
hanno forato le mie mani e i miei piedi,
posso contare tutte le mie ossa.
Essi mi guardano, mi osservano:
si dividono le mie vesti,
sul mio vestito gettano la sorte.

Resp. Agnello di Dio, Tu crocifisso per i nostri peccati abbi pietà di noi

Ma tu, Signore, non stare lontano,
mia forza. accorri in mio aiuto.
Scampami dalla spada,
dalle unghie del cane la mia vita.
Salvami dalla bocca del leone
e dalle corna dei bufali.
Annunzierò il tuo nome ai miei fratelli,
ti loderò in mezzo all'assemblea.
Sei tu la mia lode nella grande assemblea,
scioglierò i miei voti davanti ai suoi fedeli.
I poveri mangeranno e saranno saziati,
loderanno il Signore quanti lo cercano:
«Viva il loro cuore per sempre».
Ricorderanno e torneranno
al Signore tutti i confini della terra,
si prostreranno davanti a lui
tutte le famiglie dei popoli.
Poiché il regno è del Signore,
egli domina su tutte le nazioni.
A lui solo si prostreranno quanti
dormono sotto terra,
davanti a lui si curveranno
quanti discendono nella polvere.
E io vivrò per lui,
lo servirà la mia discendenza.
Si parlerà del Signore alla
generazione che viene;
annunzieranno la sua giustizia;
al popolo che nascerà diranno:
«Ecco l'opera del Signore!».

Resp. Ascoltaci, Cristo, Dacci, dacci la pace, Cristo dacci la pace. Dacci !a tua pace.

Tutti:
Cristo Gesù, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Per questo Dio l'ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome; perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre. (Fil. 26-11)

Canto

 Dal Vangelo di Luca 9,18-36.43-48

Mentre egli stava pregando in disparte, i discepoli erano con lui; ed egli domandò loro: «Chi dice la gente che io sia?» E quelli risposero: «Alcuni dicono Giovanni il battista; altri, Elia, e altri, uno dei profeti antichi che è risuscitato». Ed egli disse loro: «E voi, chi dite che io sia?» Pietro rispose: «Il Cristo di Dio». Ed egli ordinò loro di non dirlo a nessuno, e aggiunse: «Bisogna che il Figlio dell'uomo soffra molte cose e sia respinto dagli anziani, dai capi dei sacerdoti, dagli scribi, sia ucciso, e risusciti il terzo giorno».
Diceva poi a tutti: «Se uno vuol venire dietro a me, rinunci a se stesso, prenda ogni giorno la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la sua vita, la perderà; ma chi avrà perduto la propria vita per amor mio, la salverà. Infatti, che serve all'uomo guadagnare tutto il mondo, se poi perde o rovina se stesso? Perché se uno ha vergogna di me e delle mie parole, il Figlio dell'uomo avrà vergogna di lui, quando verrà nella gloria sua e del Padre e dei santi angeli.
Circa otto giorni dopo questi discorsi, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo, e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, l'aspetto del suo volto fu mutato e la sua veste divenne di un candore sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elia, i quali, apparsi in gloria, parlavano della sua dipartita che stava per compiersi in Gerusalemme. Pietro e quelli che erano con lui erano oppressi dal sonno; e, quando si furono svegliati, videro la sua gloria e i due uomini che erano con lui. Come questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bene che stiamo qui; facciamo tre tende: una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli non sapeva quello che diceva. Mentre parlava così, venne una nuvola che li avvolse; e i discepoli temettero quando quelli entrarono nella nuvola. E una voce venne dalla nuvola, dicendo: «Questi è mio Figlio, colui che io ho scelto: ascoltatelo». Mentre la voce parlava, Gesù si trovò solo. Ed essi tacquero e in quei giorni non riferirono nulla a nessuno di quello che avevano visto. «Voi, tenete bene in mente queste parole: il Figlio dell'uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini». Ma essi non capivano queste parole che erano per : oro velate, così da risultare incomprensibili, e temevano di interrogarlo su quanto aveva detto. Poi cominciarono a discutere su chi di loro fosse il più grande. Ma Gesù, conosciuto il pensiero del loro cuore, prese un bambino, se lo pose accanto e disse loro: «Chi riceve questo bambino nel nome mio, riceve me; e chi riceve me, riceve Colui che mi ha mandato. Perché chi è il più piccolo tra di voi; quello è grande».

 Pausa per la riflessione in silenzio

Meditazione
Lascia la preghiera, le adorazioni e le meditazioni. Perché stai a porte chiuse nel tempio? Nascosto nell'oscurità, chi adori in silenzio? Apri gli occhi e guarda: Dio non è in casa.
Egli è andato dove l'agricoltore ara la terra, dove il lavoratore spezza le pietre della strada, insieme a tutti, al sole e all'acqua- con le mani nel fango. Lascia le vesti di festa e vieni con Lui nella terra. Salvezza! Dove troverai la salvezza?
Dove lo stesso Signore con i legami del creato è legato alle creature.
Lascia le meditazioni, lascia i fiori: si logorino le vesti e si coprano di polvere, unito a Lui nel lavoro, scorra a rivi il sudore.
(R. Tagore, Poeta indiano)

 Canto

 Meditazione
Signore, ti ho cercato e trovato in tanti posti. Ho sentito il battito del tuo cuore nella quiete perfetta dei campi. Nel tabernacolo scuro di una cattedrale vuota. Signore, ti ho trovato nella gioia dove ti cerco spesso, ma sempre ti ho trovato nella terribile grandezza della sofferenza degli altri. Ti ho visto nella sublime accettazione e nell'inspiegabile gioia di coloro la cui vita è tormentata dal dolore e udito la tua voce nelle parole di coloro nei quali l'agonia personale misteriosamente accresce la sollecitudine disinteressata per gli altri. Ma nei miei piccoli mali e nei miei banali dispiaceri non sono riuscita a trovarti.
Signore, nella mia fatica terrena ho lasciato passare inutilmente il dramma della tua passione redentrice e la vitalità gioiosa della Pasqua e soffocato dal grigiore della mia
autocommiserazione. Signore, io credo, aiuta tu la mia poca fede.
Amen.
(Madre Teresa di Calcutta)

 DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI (14,6.12)

"Chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua vita in questo mondo la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuol servire mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servo. Se uno mi serve, il Padre lo onorerà. Ora l'anima mia è turbata; e che devo dire? Padre, salvami da quest'ora? Ma per questo sono giunto a quest'ora! Padre, glorifica "Se rimanete ben radicati alla mia parola, siete veramente miei discepoli. Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi "... "Io sono la via, la verità e la vita. Solo per mezzo di me si va al Padre. Se mi conoscete, conoscerete anche il Padre, anzi già lo conoscete e lo avete visto.. "Ve lo assicuro: Chi ha fede in me farà anche lui le opere che faccio io, e ne farà di più grandi...".

 Salmo 125 - Resp. Tu hai fatto il nostro cuore per te e il nostro cuore non ha pace se non riposa in te. Tu, Dio, ci hai fatti per la luce e verità ed è soltanto la tutta la nostra vita.

Quando il Signore ci ha fatto incontrare
avviandoci su un cammino di liberazione,
ci è sembrato di vivere un sogno irrealizzabile.
Il nostro cuore si è riempito di gioia,
le nostre labbra di preghiera riconoscente.
Gli amici hanno costatato con noi:
"Dio vi ha fatto un grande dono!".

Si, è proprio un dono stupendo quello
che Dio ci sta ancora facendo.
E' una gioia indescrivibile.
Continua, Signore, a suscitare,
come ondate di fiume in piena,
uomini che cercano liberazione
pagandone il prezzo dí riscatto.
Chi accetta la fatica di seminare,
di coltivare la sua vita all'amore,
suda su terra arida e il suo
andare è lento e incurvato.
Ma il ritorno è a passo di danza,
il raccolto una festa di gioia
che da gusto e pienezza alla vita.

DAL VANGELO DI GIOVANNI 15,12 -17

Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l'ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri.

Pausa di riflessione in silenzio

 Tutti:
Signore, insegnaci a capire che la nostra esperienza di Comunità è vuota se non genera servizio. Ma facci comprendere che il nostro servizio è cieco se non nasce dalla comunione. Quando ci impegniamo in un servizio concreto senza vivere la comunione con gli altri facci capire che cerchiamo solo noi stessi e che non siamo capaci di amare.

Quando ci limitiamo a pregare e a discutere e abbiamo paura di sbracciarci per gli altri facci capire che tradiamo la tua chiamata e che deformiamo la tua immagine di Servo. Dacci la tua forza perché possiamo imparare da te ogni giorno ad innalzare le nostre mani al Padre mentre le allarghiamo verso i nostri fratelli in un'unica offerta, in uno stesso dono.

Amen.

Preghiera a due voci:

Signore, vuoi le mie mani per poter trascorrere questo giorno aiutando i malati e i poveri che ne hanno bisogno.

Tutti: Signore, oggi ti do le mie mani.

Signore, vuoi i miei piedi per trascorrere questo giorno visitando coloro che hanno bisogno di un amico.

Tutti: Signore oggi ti do i miei piedi.

Signore, vuoi la mia voce per trascorrere questo giorno parlando con chi ha bisogno delle tue parole d'amore.

Tutti: Signore, oggi ti do la mia voce.

Signore, vuoi il mio cuore per trascorrere questo giorno amando ogni uomo senza eccezione.

Tutti: Signore oggi ti do il mio cuore.
Amen.
(Madre Teresa di Calcutta)

Canto

DALLA LETTERA AI FILIPPESI 4,4-9

Rallegratevi nel Signore, sempre; ve lo ripeto ancora, rallegratevi. Là vostra affabilità sia nota a tutti gli uomini. Il Signore è vicino! Non angustiatevi per nulla, ma in ogni necessità esponete a Dio le vostre richieste, con preghiere, suppliche e ringraziamenti; e la pace di Dio, che sorpassa ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù. In conclusione, fratelli, tutto quello che è vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato, quello che è virtù e merita lode; tutto questo sia oggetto dei vostri pensieri. Ciò che avete imparato, ricevuto, ascoltato e veduto in me, è quello che dovete fare. E il Dio della pace sarà con voi!

Pausa di riflessione in silenzio

 Tutti: Signore, aiutaci ad incarnare la nostra fede nella nostra vita quotidiana.
Fa' che le nostre comunità e i nostri gruppi imparino a cambiare il loro stile di vita per essere "presenti" nel territorio dove tu le hai inviate come te, che ti sei fatto in tutto simile all'uomo per raggiungerlo, amarlo e salvarlo.
Fa' che le nostre parrocchie diventino luce che non si nasconde, ma che rischiara le tenebre dell'egoismo e della chiusura nel privato che caratterizzano la nostra epoca; sale che dà sapore alla vita dei nostri quartieri e che riempia di senso la convivenza umana della nostra città.
Amen

"Parole - chiavi"per seguire Gesù nel servizio al prossimo ....

-La Comunione con Dio e con i fratelli nell'amicizia ricca di contenuti, di interessi umani, culturali, spirituali.
-La comunità: come esperienza e come strumento, un ritrovarsi per esprimersi, realizzarsi.

-La "Nuova evangelizzazione": non consiste semplicemente nell'attingere alle fonti della Sacra Scrittura. Occorre attualizzare la Parola di Dio i suoi eterni contenuti testimoniati con gioia, entusiasmo, impegno.

-Il laicato: come futuro protagonista nella Chiesa del terzo millennio, come risorsa, come battezzati missionari.
-Il territorio: uscire dal tempio e dalla prospettiva cultuale. Si entra in chiesa per pregare, si esce per servire.

-Il servizio: Gesù è venuto in mezzo agli uomini per servire e non per essere servito: ogni tipo di servizio a vantaggio del prossimo è sempre utile alla costruzione del Regno di Dio.

-Il progetto: il programma è quello del Vangelo. L'icona del buon Samaritano ci rimanda tutti alla costruzione della mappa delle necessità del territorio, nel considerare sempre il molto che resta da fare più che il poco fatto per quelli che hanno meno di noi: meno cultura, meno salute, meno alimenti, meno risorse economiche...

Meditazione

Affascinante il tuo progetto, nobili le tue intenzioni, ma perché chiedi questa proprio a me? Quello che mi domandi mi pare eccessivo: non hai nessun altro su cui contare? Qualcuno più bravo di me. Qualcuno più coraggioso di me. Qualcuno più determinato di me. Qualcuno più dotato di me. Ci sarà pure sulla faccia della terra qualcuno che può fare proprio quello che vorresti affidare a me? È bello godersi lo spettacolo dei cambiamenti che sei capace di produrre, ma com'è difficile dirti di si quando ancora non si intravede che qualche sparuta realizzazione di quel disegno che mi annunci. So che sei esigente, e per questo vorrei ritirarmi. So anche che solo seguendo le tue richieste farò della mia vita qualcosa di buono.
(R. Laurita)

Canto

Ci facciamo voce dei giovani del nostro territorio, della nostra città e di tutto il mondo. Fa risplendere la luce del tuo volto sulle nostra giornate. Fa brillare il tuo volto radioso su tutti noi.

Tutti: Ti preghiamo perché l'uomo è la tua gloria vivente

Ti raccomandiamo i giovani e i ragazzi che hanno difficoltà ad incontrarti, quelli che ogni giorno ci ripropongono orrori inqualificabili che deturpano la gloria della tua immagine nel ragazzo maltrattato, nei bambino violato, nella donna oppressa.

Tutti: Ti preghiamo perché l'uomo è la tua gloria vivente

Ti raccomandiamo í poveri, disoccupati, diseredati, sofferenti, tutti coloro che anelano alla giustizia, alla dignità della vita.

Tutti: Ti preghiamo perché l'uomo è la tua gloria vivente

Ti raccomandiamo i tanti uomini e donne, colpiti da inaudite e innumerevoli sofferenze e rovine, infermi per mali terribili e incurabili, malati dimenticati e non assistiti

Tutti: Ti preghiamo perché l'uomo è la tua gloria vivente

Ti raccomandiamo i bambini. i ragazzi e i giovani "normali" che vanno regolarmente a scuola, che vivono serenamente la loro area affettiva in famiglia, in gruppo, in associazioni sportive e che senza essere ne santi ne eroi sono ugualmente la "gloria del Dio vivente". Fa che non sciupino i doni e le attitudini con cui devono arricchire se stessi e gli altri che molto si attendono da loro.

Tutti: Ti preghiamo perché l'uomo è la tua gloria vivente

Ti raccomandiamo la nostra Città bisognosa di tante attenzioni, di molto amore, di grande competenza in ogni settore.

Tutti: Ti preghiamo perché l'uomo è la tua gloria vivente

PADRE NOSTRO ...

 Padre, che hai voluto manifestare la tua gloria su di noi per mezzo di Gesù, segno della tua gloria, insegnaci ad amare quei valori che portano a glorificarti nella vita e nelle opere.
Insegnaci ad amare la pace, a servire la causa della giustizia, la ci viltà e la cultura della solidarietà a diffondere il tuo amore, Padre di tutti gli uomini.
Facci apprezzare i doni che tu ci hai elargito con abbondanza affinché rendiamo i nostri giorni sempre luminosi e ricchi. Sia sempre libera la nostra scelta, diligente il servizio, piena la gioia perché ogni momento possiamo lodanti, perché ogni giorno possiamo ringraziarti.

Amen

Cristo si è fatto per noi obbediente fino alla morte e alla morte di croce!

 
Le antichissime preghiere e canti del Giovedì Santo
 

Bedda Matri

Lu jovi e santu
lu jovi matina
quannu la bedda Matri
si misi ‘ncamminu ( 2 v)
ppì via la ‘ncuntrau San Giuvanni
ccaviti mamma mia ca iti chiancennu
persi a ma figghiu Sarbaturi
e lu vaiu circannu,
calati drocu jusu di Pilatu
ca lu truvati ‘nchiusu e ‘ncatinatu,
Tuppi, tuppi e chu è chissa ca batti
suggnu na povira donna svinturata,
e zitta zitta tu Maria,
s'ennò lassammu a Gesù
e pigghiammu a tia.

E Giuda, Giuda trarituri
ti lu vinnisti ppì trenta dinari
e se u dicivitu a mia
chiossai di trenta iu ti ni dava
e se chissu un ti bastava
u mantu miu iu mi ‘mpignava
e se chissu un ti bastava
ppì schiavuzza mi ci dava
alla sira di li trepini
scuru forti chi faciva.

 

U Verbu

U Verbu sacciu e u Verbu aiu a diri,
u verbu santu
do nostru Signuri,
ca 'ndo lignu di cruci
vosi muriri ppì sarbari
a niavitri piccaturi.

O piccaturi e piccatrici
taliati cch'eni javitu
'stu munti di cruci.

Eni tantu javitu
e tantu pinnenti
ca stinnivuvu
'nu vrazzu 'ncelu
e l'avitru 'nterra.

A li valli, a li valli
Gesù và,
piccili e granni
amma gghiri ddà.
ca ddà c'eni San Giuvanni.

Cu sapi lu verbu e nun lu dici
setti palati di focu e di pici,
cu sapi lu verbu e nun lu ‘mpara
setti palati di focu di pala,
cu sapi lu verbu e lu dici ppì via
veni scansatu di mala via,
cu sapi lu verbu e lu dici cantannu
veni scansatu di priculi e dannu,
cu sapi lu verbu e lu dici di notti
veni scansatu di mala morti,
cu sapi lu verbu e lu dici ‘ndo lettu
veni scansatu do fuddettu,
cu sapi lu verbu e lu dici ‘ncampagna
veni scansatu de trona e de lampa.

 

Torna

Figlio , deh, torna o figlio
torna al tuo padre amante
Ahi, quante volte, ahi, quante
io sospirai per te

Pensa che figlio sei
pensa che padre io son
Torna che ti prendo
non dubitar di me
Torna che ti prendo
non dubitar di me

Tu mi lasciasti, ingrato,
con modi indegni e rei
schermisti i pianti miei
ridesti del mio dolor

Ma ciò che non fu buono
a intiepidir l'amore
che il mio paterno cuore
sempre per te nutrì
che il mio paterno cuore
sempre per te nutrì

Dunque ritorna o figlio
al tuo buon Padre amante
torna in ogni istante
al sen ti stringerò

Voi che da Dio fuggite
anime sventurate
tutte ai sui piè tornate
c'hei non vi disdegnerà
tutte ai sui piè tornate
c'hei non vi disdegnerà

 

Vita

Vita brevi e morti certa
Ppì muriri l'ura è certa
Diu ‘ni viri e giudicherà
U pararisu o u ‘nfernu ci toccherà
Finisci tuttu e finisci prestu
L'eternità mai finirà.