Tano Di Bartolo nasce
La Città
Gela antica
Cose di un tempo
I nostri eroi
Agricoltura
Industria
Pesca
Biviere
Museo
Museo Foto
Cartoline 1
Cartoline 2
Cartoline 4
Cartonile 5
Cartoline 6
Cartoline 7
Cartoline8
Vicoli
Terapie
Usi e costumi
Da Wikipedia
 

Figli Illustri

 
 

Gaetano Di Bartolo Milana

 

Di Bartolo Milana nacque a Terranova di Sicilia (oggi Gela) il 06 Aprile del 1902. Crebbe in un ambiente umile, il padre Carlo svolgeva l'attività' di orologiaio mentre la madre Carmela Milano, (ecco la storpiatura del cognome), era sarta. Fu primogenito di tre figli. Dopo il conseguimento della licenza ginnasiale, s'iscrisse al primo liceo, ma le autorità scolastiche rifiutarono l'iscrizione per le sue convinzioni politiche. Di carattere mite e dalla personalità risoluta, il Di Bartolo Milana, proprio in questi anni, scopre tutta la ricchezza e la nobile profondità del pensiero anarchico attraverso la letteratura libertaria. La sua cultura politica e umanista fu vastissima. L'adesione all'anarchismo avvenne durante il Biennio rosso, attraverso la testimonianza diretta della sommossa dei contadini di Terranova, che si concluse il 10 Ottobre del '19 davanti all'ingresso del municipio col tragico epilogo di due manifestanti uccisi dai militi e diversi feriti. Questa sua scelta politica fu dovuta anche dall'influenza indiretta del terranovese rivoluzionario, poeta e scrittore Mario Aldisio Sammito (1835-1902), amico di Bakunin, Mazzini, Garibaldi e soprattutto del figlio Menotti. Dal 1920, il Di Bartolo Milana iniziava la sua attività di pubblicista, cominciava a tenere contatti a Catania con Maria Giudice, a Vittoria con Giorgio Nabita, a Palermo con il "vecchio anarchico" Paolo Schicchi, dove era sostenitore del suo Vespro Anarchico; diventa corrispondente di Umanità Nova che riceveva dal redattore Carlo Frigerio, inviava articoli alla direzione dell'Avanti! e al Martello diretto da Carlo Tresca, edito a New York. Nel '21, dava adesione al terzo congresso dell'Unione Anarchica Italiana svoltosi ad Ancona. In questo periodo, nella sua città, costituisce il Gruppo Pietro Gori . A diciannove anni era perfettamente inserito nei canali dell'anarchismo italiano. Il '22 si apre con il trafiletto del Vespro che annunciava l'imminente pubblicazione del giornale la Fiaccola Anarchica diretto dal Di Bartolo Milana, cosa che avvenne il 3 giugno. Con il sequestro del materiale, la Fiaccola uscì in numero unico. Segni di un tempo che stava inesorabilmente scivolando a destra verso il fascismo. Nel '22, fonda il Partito Anarchico Italiano , ma l'esperienza finirà presto con la nota polemica di Errico Malatesta che sulle pagine di Umanità' Nova attaccava il Partito sia dal punto di vista terminologico che storico. Fondatore degli Arditi del popolo di Terranova, nel '23, l'anarchico terranovese veniva schedato nel Casellario politico come fanatico dalle idee sovversive. Iniziavano i primi arresti precauzionali, i primi viaggi punitivi da Terranova a Torino con ritorno immediato, i primi pedinamenti. La sua attività sarà antifascista e clandestina. Con il pseudonimo di Nunzio Tempesta firmerà i suoi articoli al Risveglio di Ginevra e all' Adunata dei Refrattari di New York. La procedura di consegna avveniva attraverso il piccolo nipote Sebastiano Barone , il quale, nascondendo gli articoli negli indumenti, andava al porto ad affidarli ad un marinaio di fiducia dello zio. I documenti arrivavano in Marocco e soprattutto in Tunisia, dove vi erano colonie di anarchici fuorusciti che poi li spedivano in Europa e negli Stati Uniti. Cosciente dei rischi, l'arresto avvenne per colpa del tradimento del comunista gelese Capici, spia della locale polizia. Con l'intercettazione di una lettera spedita da Gela e diretta a Ginevra al sig. Carlo Frigerio, noto anarchico italiano, Gaetano Di Bartolo Milana veniva arrestato e condannato, nel 1934, a cinque anni di confino di polizia, prima all'isola di Ponza e poi nelle Tremiti. Qui legherà fraterna amicizia con Failla, Fedeli, Schicchi, Macaluso, Secchia, Terracini, Scoccimarro, Amendola, Li Causi, Audisio e il socialista Pertini. Fu una vera e propria fucina di pensiero antifascista. Liberato per fine periodo nell'estate del '40, ritorno, a Gela dove sposò la niscemese Rosa Internullo, dalla quale ebbe una figlia che morì prestissimo. Presidente del Comitato di Liberazione Nazionale, sezione di Gela, rifiutò, incoraggiato da Terracini, di far parte della Costituente, così' come declinò la candidatura per il Senato offertagli da Pertini e personalmente da Saragat ('53). Segretario della lega contadina ('46), divenne consigliere comunale da indipendente per le fila del PSI, nella quale sezione aveva promosso il Gruppo Libertario . La sua attività durò un anno solamente, l'imbarazzo interiore e politico fu grande per restare seduto all'interno di una istituzione statale, ma tanto bastò per denunciare e far dimettere giunta e sindaco per aver scoperto che le tasse comunali arrivavano nelle case di tutti i gelesi, tranne alle loro. Ateo e acerrimo nemico delle chiese, il Di Bartolo Milana che al confino imparò il mestiere dell'orologiaio, visse una vita piena di stenti e non ebbe mai nessuna prova di ravvedimento. Il pensiero politico del Di Bartolo Milana è sintetizzato dal filone dell' anarco-comunismo. Il problema politico dell'anarchismo risiedeva nel passaggio dall'idea all'azione che, a suo modo di vedere, affondava le sue radici nella gestione dell'organizzazione. Da qui la sua costante preoccupazione di costituire gruppi, circoli e partiti extraparlamentari. Ormai in età matura, la pensione di perseguitato politico arrivò nel '69, dopo che più volte gli era stata negata perché anarchico. Fedele al suo rigore morale, gli ultimi anni li visse frequentando la biblioteca comunale, nella quale leggeva, direttamente dalle loro lingue, i classici greci e latini. Con l'affetto della figlia "adottiva" Rita, prima di morire brucerà ogni lettera e ogni documento, per morire da anarchico puro. Dopo aver espresso la sua volontà, di non aprire la porta a nessun prete nel giorno della sua morte, si spense a Gela in una giornata di dicembre del 1984. Salvò solo una foto della sua bambina e una poesia a lei dedicata. Sono conservate nella giacca scura all'interno del feretro..