Noi gelesi lo sappiamo!
Euclide è gelese, lo sappiamo da tanto tempo e non siamo stati capaci di gridarlo al mondo intero per farne prendere notizia di verità. Recentemente ci ha riprovato un insigne gruppo di studiosi di storia patria a fare ricerche approfondite e portando a testimonio scritti di vari tempi che confermano e convalidano le nostre certezze.
Euclide è gelese di nascita.
Ecco l’epilogo di queste approfondite ricerche.
Nel salone del municipio davanti al popolo gelese, intervenuto in grandissimo numero e con grandissimo interesse, il professore Giuseppe Blanco, in nome di tutti gli storici gelesi, prende la parola, emozionatissimo per l’importanza del momento, ed annuncia la solenne frase. Euclide, il grande scienziato di matematica, è gelese, è nato a Gela e quest’oggi ci accingiamo a dimostrare che in questa frase si racchiude la verità.
Saltiamo i convenevoli di prammatica ed iniziamo con la vera e propria relazione. (ndr)
1° teorema: “In ogni triangolo rettangolo il quadrato costruito su un cateto è equivalente a un rettangolo formato dalla ipotenusa e dalla proiezione normale del cateto sull’ipotenusa”.
2° teorema: “In ogni triangolo rettangolo il quadrato costruito sull’altezza relativa all’ipotenusa è equivalente al rettangolo formato dalle proiezioni normali dei due cateti sull’ipotenusa”
V postulato: “Per ogni punto del piano si può condurre una retta, e una soltanto, parallela a una retta data non passante per il punto”.
Sono, questi che ho letto, i teoremi di Euclide e un postulato dello stesso Euclide relativi al triangolo rettangolo enunciati in maniera semplice ed elementare che chi ha studiato la geometria ( e l’abbiamo studiata tutti) conosce. Forse qualcuno li ha dimenticati, e il primo ad ammettere ciò sono io, ma non abbiamo dimenticato il nome di Euclide e la sua fama nell’essere il padre della geometria, perché anche oggi, dalla scuola media all’università, la geometria che si studia è quella euclidea, così perfetta, così logica, così vera che 23 secoli di storia non hanno potuto scalfire. E’ un granito solido e possente nel campo della matematica che resiste al tempo perché improntato alla verità e alla logica delle cose.
Ma ci era Euclide? Non scopro nulla di nuovo quando affermo che era ed è, assieme ad Archimede e al Apollonio, questi due ultimi a lui posteriori, uno dei più grandi matematici che la scienza abbia mai avuto nei secoli: anche oggi attuale. Uno dei più grandi, se non il più grande geometra dell’antica Grecia.
A tutti gli spiriti eletti che la vecchia civiltà ci tramanda, trova posto in essa il nome di Euclide, noto ed arcinoto nella matematica, o per meglio dire nella geometria. Se prendiamo una comune enciclopedia e ci soffermiamo alla voce “Euclide” ne possiamo leggere ben sei. Vediamoli tutti questi Euclide per la nostra curiosità e per meglio organizzare certe nostre conoscenze
I Euclide – Arconte di Atene nell’anno 402 A.C. . Egli ristabilì nella sua patria la democrazia dopo aver espulso con la forza (Trenta tiranni) e sotto il suo arconato la Grecia ebbe più pace e adottò ufficialmente l’alfabeto ionico.
II Euclide – Artista ateniese che operò in Grecia intorno al 250 a.C. Scultore eccelso, si attribuiscono a lui varie opere per le quali le fonti letterarie talvolta non concordano. Ma tutte sono del parere nell’affermare che egli scolpì una colossale testa di Zeus che oggi si trova nel museo nazionale di Atene.
III Euclide – Scultore e incisore della zecca siracusana. Egli operò per circa un ventennio dal 440 al 420 a. C. Firmò tutte le sue opere, ma la più bella moneta a noi pervenuta è il tetragramma di Siracusa nel quale, da una parte si vede una testa di donna e dall’altra parte una quadriglia guidata da Aretusa verso la quale viene incontro una vittoria alata. Sotto la quadriglia è incisa una bella spiga quasi a voler significare la fertilità dei campi siciliani.
IV Euclide – Euclide di Megara (450 – 380 a. C.). Filosofo e scolaro di Socrate. Aprì una scuola a Megara e ivi accolse i discepoli di Socrate quando quest’ultimo fu condannato, 399 a. C. dall’aristocrazia ateniese a bere la cicuta. Ebbe come alunno Platone e il grande filosofo lo ricorda nel Teeteto con stima e riconoscenza per averlo istradato nello studio della filosofia.
V Euclide – Matematico greco. Pare che sia morto intorno al 310 a. C. Geometra e padre della geometria moderna. Scrisse, tra le altre cose, una vasta opera che intitolò Elementi che riscosse grande fortuna presso i greci, i romani, nel Medio Evo e nel Rinascimento. Si tratta di ottimi studi per l’apprendimento della geometria e della matematica. Cicerone parla di lui con entusiasmo nel terzo libro De oratione.
L’ultimo, o l’ultima Euclide, la VI, è una città degli Stati Uniti d’America, in inglese Euclid. Si trova nell’Ohio a nord-est di Cleveland e conta circa 65 mila abitanti. E’ una città industriale, diciamo così, scientifica, dove esiste un rinomato istituto di matematica, dove si fabbricano parti meccaniche di aerei e dove ci sono industrie elettriche e cose del genere. Porta questo nome in omaggio a Euclide, grande matematico ed eccelso geometra.
Abbiamo visto così chi era Euclide che tanto ci interessa da vicino e tutti gli altri Euclide che le enciclopedie registrano per una corretta e sufficiente informazione del lettore.
Se avete notato bene, attraverso da me fatto degli Euclide della storia, di tutti ci sono notizie e date. Se poi sfogliamo le enciclopedie apprendiamo altri fatti, nomi di città, attività svolta il tutto con una certa precisione. Soltanto di uno, il quinto, quell’Euclide per il quale noi siamo qui stasera, non si parla di date e si danno pochissime, insignificanti notizie sulla sua vita. Si parla ampiamente però delle sue opere e specialmente degli Elementi che sono la base fondamentale per lo studio della geometria. I libri di scienza nulla ci fanno sapere limitandosi ad enunciare e dimostrare teoremi e postulati che servono a rischiarare le idee di chi studia la geometria nella scuola o da applicare nella vita.
L’enciclopedia Treccani dedica al nostro Euclide due colonne e scrive “Matematico greco”, la UTET afferma “famosissimo matematico greco”, l’enciclopedia Rizzoli- Larousse sentenzia “matematico greco vissuto nel terzo secolo a. C.”. Un’altra enciclopedia, la UTET edita nel 1879 e curata da Gerolamo Boccardo, ci fa sapere su per giù le stesse cose, ma scrive testualmente che “la storia non ci ha tramandato né la patria né gli avvenimenti particolari della sua vita”. Ed aggiunge: “Gli Arabi che tradussero i suoi libri di geometria che acquistarono all’autore una popolarità e una fama non ancora diminuita da venti secoli, vollero supplire all’oblio della storia e fecero Euclide nativo di Tiro (oggi Libano) e figlio di un abitante di Damasco (Siria), ma queste asserzioni non sono appoggiate da nessun documento storico. Ciò che è certo, egli abitò la Grecia e ne frequentò le scuole…”.
Quindi è chiaro che Euclide non fu greco di nascita – il che è una cosa ovvia – ma fu greco di adozione per avervi abitato e lavorato in una età successiva al giorno in cui vide la luce.
Perché se fosse nato in Grecia, allorquando divenne famoso e specie dopo la morte, quell’ipotetica città ellenica che gli aveva dato i natali chissà come si sarebbe vantata di aver visto nascere un uomo, uno scienziato così illustre. Dunque, essendo assodato che Euclide non emise i primi vagiti in Grecia e non credendo a Tiro che ne aveva fatto suo grande cittadino e non rivendicando ufficialmente la Grecia il luogo nel quale Euclide aprì gli occhi e vide la luce del sole, ci vien lecito chiedere: ma dove nacque effettivamente questo Euclide?
Prima di citare la città che secondo alcuni documenti dei secoli scorsi diede i natali al grande geometra, c’è da dirimere una questione, c’è da correggere un errore in cui corsero gli storiografi di molti secoli addietro. Pare che Giorgio Valla, verso la metà del XV secolo, traducendo parte delle opere del nostro Euclide e commentandole, abbia scritto Siculus parlando del nostro illustre matematico. Certo, non l’ha inventato questo aggettivo. Un critico o uno storiografo non inventa nulla, se è serio e coscienzioso, naturalmente. Si limita a riportare e commentare quello che legge e apprende. Questo siculus fece confondere il matematico Euclide con Euclide di Megara, quello che io ho citato prima con il numero IV.
Perché quella confusione? Perché Megara che si appoggia al nome di Euclide fu erroneamente creduta come la Megara, di Sicilia l’odierna Augusta. E in questo errore persistono altri ed anche l’enciclopedia Rizzoli-Larousse. La Megara, patria dell’Euclide filosofo, non era la Megara di Sicilia, bensì Megara di Grecia una cittadina che esiste ancora con lo stesso nome e che si trova tra Eleusei e Corinto a nord di Salamina. Non errano però i libri di letteratura greca i quali parlano di una scuola megarica di filosofia in Grecia fondata, diretta e vivificata da quest’altro Euclide nato quasi un secolo prima del nostro Euclide. Io ho consultato per tutti, due testi di letteratura greca: il Bignome sul quale studiai io quando ero al liceo e quello di Francesco Ballotto, moderno, ricco di notizie e assai valido sotto il profilo della problematica moderna.
Il superiore errore continuato nel tempo fece confondere i due Euclide per cui a Euclide di Megara furono perfino attribuiti gli Elementi dell’Euclide matematico. Scrive ancora l’enciclopedia UTET del 1879: “Tanta era l’oscurità in cui avvolgevasi la vita di sì grande geometra che da lungo tempo fu confuso con Euclide di Megara, discepolo di Socrate”. In questo errore caddero e proprio questo errore perpetuarono Campano Da Brescia (sec. XIII) e Nicolò Tartaglia (sec. XVI) che sono due noti commentatori dell’opera del nostro Euclide.
Aggiungo ancora a sostegno di questa tesi che Euclide di Megara non si sognò mai di venire in Sicilia e la storia ci tramanda – e questi molti lo sanno – che Euclide megarese si sottopose a varie peripezie per andare ad ascoltare ad Atene le lezioni di Socrate dato che Megara fu sempre in lotta con Atene e ai megaresi fu proibito di mettere piede ad Atene. Una volta Euclide si travestì da donna per entrare in Atene, un’altra volta da sacerdote e un’altra volta ancora da schiavo. Megara di Grecia dista da Atene una cinquantina di chilometri ed Euclide poteva intraprendere benissimo questo viaggio in un giorno e mezzo o due e poi ritornarsene a casa.. Vi immaginate fare questo viaggio spesso dalla Sicilia in Grecia? Certo con l’aereo poteva essere possibile, ma allora l’aereo non c’era e nemmeno risulta che il filosofo avesse usato le ali di Icaro.
Dunque stabilito che Euclide di Megara non nacque e non fu mai in Sicilia e quindi siculus non poteva essere, quel siculus era da attribuirlo al geometra Euclide, autore degli elementi e padre della geometria. Questo Euclide, ed è finalmente ora di dirlo, nacque a Gela, in questa terra antica e grandiosa nella quale il destino, per legarla di più alla Grecia e alla sua cultura, fece morire nel 456 a. C., un secolo e mezzo prima di Euclide, il grande trageda Eschilo che qui venne mandato dagli dei per dare più ordine alla sua personalità, dato che qui fece rappresentare, pare, qualche sua tragedia.
Il Geometra Euclide, dunque, nato a Gela! E’ una notizia che ci riempie di orgoglio e che desta la nostra meraviglia e la nostra curiosità. Egli aumenta la lunga schiera di gelesi figli illustri di questa terra, da Gelone a Gerone, dal filosofo Pausania all’altro filosofo Archestrato, da Apollodoro a Timagora a Guido delle Colonne rinomato cantore dell’epoca federiciana, nomi che io prelevo dal libro Memorie Gelesi del dotto storico Salvatore Damaggio Navarra.
Scriveva il Damaggio Navarra nel 1896 a pag. 38 del citato libro: “Vanta questa città molti uomini illustri tra i quali…Euclide, eccellentissimo geometra, padre delle matematiche. Fu allievo di Platone in Atene e insegnò geometria in Alessandria…”.
Partendo da questo autore abbiamo voluto vederci chiaro su una notizia nota ma dimenticata. Il libro del Damaggio è ricchissimo di note su ogni argomento che egli tratta, e nel caso in specie egli cita il Maurolico (1494-1579) e il Mongitore (1663-1743).
Sono andato alla ricerca di queste fonti e sentiamo cosa afferma il Murolico a pag. 21 libro I del suo volume Storia di Sicilia: “Euclides gelesis philosophus platonicus ac geometra praestantissimus…”.
Questi volumi sono passati al vaglio di numerosi lettori e critici e nessuno, dico nessuno, ha mai avuto qualcosa da dire né mai si sono sognati di smentire anche in parte le affermazioni dei due sommi storici siciliani, Di Messina il primo e di Palermo il secondo.
Ma la mia indagine non è finita qui. Scrive Vito Amico (1697-1762) di Catania, storico valente, a pag. 493 del suo Dizionario topografico della Sicilia, edizione del 1858: “Euclide celeberrimo geometra, credesi da alcuni di Megara, fu invero da Gela… fiorì nella CXIV olimpiade e un gran nome acquistò appo tutti i venturi…”. Benedetto Candioto nei suoi Saggi storici di Sicilia ci fa sapere: “Euclide gelense fiorì non solo nella filosofia, ma pure nella geometria e in altre scienze”.
Carlo Filiberto Pizolanti scrive nella sua opera Delle memorie istoriche dell’antica città di Gela (XVIII sec.) a pag. 204, ristampato recentemente da Forni, Bologna: “Euclide geometra celeberrimo autore de’ rinomati Elementi, fu siciliano, cittadino di Gela, come ben prova da molti scrittori…e fiorì circa l’olimpiade CXIV”.
Orbene, leggendo attentamente quello che dice il Maurolico, sempre nel’opera da me citata, apprendiamo. “Fuit gelous ut ex verbis Laerty colligitur…” (fu geloo come si deduce dalle parole di Laerzio).
Fonte: Archeoclub Gela
(Ndr) Arrivati a questo punto possiamo dire con sicurezza che i genitori erano gelesi e che generarono un figlio sempre a Gela a cui vollero dare il nome di Euclide e che, Euclide ancora pargolo, forse durante una delle tante guerre che si svilupparono in quei tempi, per la conquista del territorio, non sappiamo se con la famiglia o con dei parenti, emigrò in Grecia per sfuggire alle persecuzioni a cui i vincitori sottoponevano i vinti.
Eucliade non parlò mai con nessuno delle sue origini forestieri ad Atene sia, forse, perché non ricordava nulla della sua patria di origine sia perché voleva vivere sullo stesso piano dei suoi amici e non da forestiero.
Euclide scrisse e pubblicò diverse opere e trattati come Ottica, Catottrica, Dati, Elementi, Porismi, Fenomeni, Sectio canonis, Introducio armonica, ecc..
La storia a volte è crudele, pensiamo alle tante rovine che sopportò Gela e con essa i documenti e le persone che si tramandavano questi documenti per interposta persona o da padre in figlio sotto forma di narrazione, come la storia ci insegna.
Quanta storia si è perduta in questo modo!
Ciononostante possiamo dire che la Sicilia sin dall’antichità ha avuto eminenti uomini di prestigio come Diodoro di Agira, Stesicoro di Catania, Empedocle di Agrigento, Archimede di Siracusa, Euclide di Gela e tanti e tanti altri ancora.
Stasera anche il nostro Euclide sarà contento perchè, finalmente, dopo tantissimi secoli ha ritrovato la sua patria, la sua terra di origine di cui noi siamo chiamati a rinnovarne le prestigia.